venerdì 28 marzo 2014

Arrivi via mare, nuova “emergenza” italiana e solidarietà europea. Le richieste di Asilo in Europa




Arrivi via mare, nuova “emergenza” italiana e solidarietà europea. 
Le richieste di Asilo in Europa


Il numero di persone soccorse in mare dall'Italia dall'inizio del 2014 è certamente elevato anche se non completamente inaspettato
Vista la situazione alle porte dell'Europa, la drammatica crisi siriana e l'instabilità di molti Paesi dall'altra parte del Mediterraneo, non era impossibile prevedere che gli arrivi di migranti e richiedenti asilo sarebbero cresciuti. La Risk Analysis di Frontex che riguarda il terzo trimestre, quindi l'estate 2013, lo conferma: i numeri degli arrivi via mare erano già in aumento. 

La risposta dell'Italia a un fenomeno certamente complesso come quello degli arrivi irregolari via mare è stata sempre frammentaria e contraddittoria, in parte apprezzabile (il grande impegno nel salvataggio di vite in mare), in parte condannabile (tra le altre cose, si pensi ai respingimenti verso la Libia) ma costantemente caratterizzata da un'emergenzialità francamente poco comprensibile. L'Italia, per posizione geografica, vicinanza ad aree fortemente instabili e conformazione dei confini non può che essere meta (almeno temporanea) di un gran numero di persone che scappano da guerre e persecuzioni alla ricerca di pace e della possibilità di ricostruirsi una vita. Affermare il contrario o pensare che si possa arrestare questi movimenti di portata storica con provvedimenti legislativi significa semplicemente dire il falso.

Dopo le tragedie avvenute nel mar Mediterraneo lo scorso ottobre – solo le più “mediatiche” della lunga serie di tragedie di questo tipo avvenute negli ultimi anni –  l'Italia ha dispiegato una forte operazione militare e di salvataggio come Mare Nostrum, che ha soccorso solo nel 2014 oltre 10 mila persone. 
Un'operazione  molto costosa e su cui manteniamo dubbi e una posizione critica riguardo alla trasparenza, al coinvolgimento delle organizzazioni internazionali e allo screening a bordo. Per non parlare di pratiche del tutto inaccettabili (vedi questo inseguimento con spari). Tuttavia, un'operazione che rappresenta senza dubbio una risposta importante e diversa da parte di un Paese che fino a pochi anni fa praticava i respingimenti in mare, contro ogni regola di diritto internazionale. Tutto ciò avviene in un contesto in cui alcuni Stati membri dell'Unione rispondono alle crisi internazionali e alle guerre “ai confini dell'UE” alzando muri, sparando proiettili di gomma, e irrigidendo le politiche sui visti

Pertanto, Asilo in Europa sottolinea con forza che il soccorso in mare deve continuare anche se nei prossimi mesi assisteremo probabilmente ad un ulteriore aumento del numero degli arrivi.


Occorre però che gli altri Stati e l'Unione europea offrano all'Italia sostegno e solidarietà (non solo finanziaria). Se si vuole un Sistema europeo comune di asilo che sia credibile e affidabile è sempre più urgente trovare meccanismi per facilitare la mobilità “intra-UE” dei titolari di protezione internazionale. 
Ci si può arrivare con progetti di ricollocamento da un Paese all'altro o, meglio, con un ampliamento delle possibilità di circolare liberamente nell'area Schengen per chi ha ottenuto una protezione internazionale. Ma ci si deve arrivare. 

L'attuale situazione economica in alcuni Paesi, ma anche la presenza in altri Stati di familiari o amici che possono offrire sostegno e “rete” di accoglienza, rendono del tutto impensabile che chi ottiene una protezione internazionale possa accettare di rimanere in Italia senza prospettive anziché tentare di trasferirsi in altri Paesi e trovare là opportunità lavorative (anche se irregolari). Non si tratta qui di chiedere strumentalmente l'intervento di Bruxelles per sottrarsi alle proprie responsabilità, anche internazionali, nei confronti  dei rifugiati, come pure è stato fatto negli anni passati. Si tratta di intervenire con modifiche opportune alle regole in vigore che ormai non corrispondono più alla realtà. E di farlo per salvare la credibilità del Sistema europeo comune di asilo, non per “aiutare” l'Italia che deve prendersi comunque le sue responsabilità. 

Al netto dello sforzo fatto nel campo del salvataggio in mare, infatti, la risposta dell'Italia in termini di accoglienza delle pur molte persone arrivate fino ad ora disegna un quadro ancora una volta contraddittorioNonostante l'allargamento dello SPRAR e la previsione di un numero di “posti aggiuntivi” che ogni progetto deve mettere a disposizione in caso di necessità, la prima risposta del governo è stata comunque quella di ricorrere, ancora una volta, come durante la guerra in Libia del 2011, a strutture improvvisate, spesso affidate alla gestione di soggetti che non hanno niente a che vedere con la protezione internazionale. Con tutti i rischi che questo comporta. Mentre ci risulta che i posti aggiuntivi SPRAR non siano ancora stati riempiti, così come parte dei progetti approvati per la prima volta nel 2014. 

Consapevole delle difficoltà di gestione di un fenomeno così complesso, Asilo in Europa  chiede con forza

Al Governo italiano

  • di non interrompere le operazioni di soccorso in mare anche se questo comporterà un aumento degli arrivi nei prossimi mesi;
  • di chiarire quali siano le regole di ingaggio dei militari impegnati nella missione Mare Nostrum e di fare chiarezza sull'episodio testimoniato nel video diffuso dai mezzi di informazione il 24 marzo;
  • di finanziare immediatamente i posti SPRAR (ordinari e aggiuntivi) già approvati lo scorso 29 gennaio;
  • di preparare, con il coinvolgimento di amministrazioni locali e regionali nonché delle organizzazioni del terzo settore, un piano nazionale di accoglienza credibile che superi finalmente l'approccio emergenziale, costoso e inefficace, che ha sin qui caratterizzato quello che invece deve ormai essere considerato un fenomeno strutturale e gestibile.


Alle Istituzioni dell'Unione Europea 

  • di considerare con urgenza meccanismi per facilitare il movimento “intra-UE” dei beneficiari di protezione internazionale al fine di salvaguardare la credibilità e sostenibilità del Sistema europeo comune di asilo, migliorare le prospettive di integrazione dei beneficiari di protezione internazionale e, in definitiva, le ricadute sulla collettività.

giovedì 20 marzo 2014

Un'Europa aperta e sicura. Le priorità politiche della Commissione europea per i prossimi anni nell'area “Libertà, sicurezza e giustizia”.

L'11 marzo la Commissione europea ha pubblicato una Comunicazione molto importante intitolata “An open and secure Europe: making it happen” (COM/2014/154). Si tratta di una comunicazione che elenca le priorità politiche della Commissione nell'area “Libertà, sicurezza e giustizia”, in vista del prossimo Consiglio europeo di giugno 2014, in cui i capi di Stato e di Governo definiranno le linee guida strategiche per i prossimi anni in questo settore. 





La Comunicazione, dopo aver dato conto dei passi in avanti compiuti dall'adozione del Programma di Stoccolma nel 2009, identifica cinque priorità politiche per il prossimo futuro:

1. Una politica efficace in materia di migrazione e mobilità
2. Schengen, visti e frontiere esterne
3. Un Sistema europeo comune di asilo in pratica 
4. Rinforzare ulteriormente l'approccio globale alla migrazione e alla mobilità
5. Un'Europa che protegge

Oggi ci occuperemo solo di quanto più rilevante ai nostri fini, cioè di una parte del punto 1 e dei punti 2 e 3, rimandando alla lettura della Comunicazione per il resto. 


lunedì 17 marzo 2014

Rapporto di FRONTEX sul terzo trimestre 2013

Oggi ci occupiamo del consueto rapporto trimestrale "Risk Analysis" dell'Agenzia Frontex e, in particolare, del rapporto relativo al periodo Luglio-Settembre 2013, recentemente pubblicato sul sito dell'Agenzia. 





I punti principali che emergono dal rapporto sono i seguenti:


  • in totale è stato rilevato che 42.618 migranti sono stati intercettati mentre attraversavano in maniera irregolare le frontiere degli Stati membri, quasi il doppio rispetto allo stesso intervallo di tempo del 2012. Il rapporto sottolinea come il numero di intercettazioni alle frontiere marittime sia stato superiore anche a quanto registrato durante l'apice della Primavera Araba nel 2011;
  • tale aumento è stato in gran parte dovuto ad intercettazioni di Siriani, che hanno costituito la nazionalità maggiormente rilevata (più di  6.000 persone) e di Eritrei (circa 6.000): tali intercettazioni sono state effettuate soprattutto alla frontiera marittima italiana (non soltanto siciliana, ma anche calabrese e pugliese), portando, tuttavia, queste due nazionalità ai primi posti anche a livello europeo. Degni di nota, sebbene in misura minore, sono stati anche gli intercettamenti di Somali (2.700), Nigeriani (1.800) ed Egiziani (1.000); mentre i primi (Somali e Nigeriani) si sono spostati tramite imbarcazioni provenienti dalla Libia, i secondi sono partiti direttamente dall'Egitto. 


martedì 11 marzo 2014

Espulsione degli stranieri gravemente malati. Sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo nel caso Josef c. Belgio (27 febbraio 2014)

Il 27 febbraio la quinta sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è pronunciata su un interessante caso riguardante l’espulsione di una cittadina nigeriana affetta da AIDS
La sentenza si aggiunge a quei pochi precedenti giurisprudenziali della Corte relativi all’espulsione di persone bisognose di cure mediche e dimostra la difficoltà di definire dei principi giuridici chiari sul tema. 



Ricordiamo che la sentenza che ci apprestiamo ad analizzare non è definitiva, dato che le parti, dal momento della sua pubblicazione, hanno tre mesi di tempo per presentare ricorso dinanzi alla Grande Camera.


venerdì 7 marzo 2014

The future of the Italian reception system. Interview with the Director of the Servizio Centrale of the SPRAR system, Daniela Di Capua

The 29th of January 2014 was an important day for the Italian reception system
Indeed, 456 SPRAR projects were approved by the Ministry of the Interior, increasing the overall capacity of the SPRAR system which has now reached 13.020 places.  
6.500 additional SPRAR places have also been approved and can be activated, if deemed necessary, upon the request of the Home Office. 




The Italian Reception System

Although obviously fluctuating, it can fairly be said that the number of asylum claims in Italy has been significant over the past years. Contradictorily, the measures adopted by the Italian governments to tackle this influx have been driven by a sense of “permanent emergency” and characterised by improvisation and a lack of planning, as emphasised by UNHCR in this July 2013 paper. 
As a result, we have witnessed various reception systems developing in parallel, without any coordination and without rules on their respective competence. 

The most important measures put in place by Italy for the reception of asylum seekers have been:
  • SPRAR (System of Protection for Asylum Seekers and Refugees): projects run by municipalities in collaboration with NGOs, where asylum seekers (and holders of international protection in the first 6 months following the grant of protection) are hosted in small centres or even flats. Generally speaking, they are characterized by a high level of services and good (even if decreasing) results in terms of integration and interaction with the hosting community. 
  • CARA (Centres for the Reception of Asylum Seekers): big governmental centres run by NGOs, located in the South of Italy and in big cities. Generally speaking, they are characterized by a low level of services, overcrowding, no relation with the hosting community at all...


The main problem, which has always been at the basis of the Italian weakness in the field of reception, is the lack of places, be them within the SPRAR system or the CARA system. This structural weakness has often pushed the Italian authorities to resort to further temporary, extemporaneous or “emergency” solutions (hotels, former schools, former military barracks, “bed & breakfasts”,...) with a very poor level of services and no coordination with the other existing systems of reception


In particular, the overall capacity of the SPRAR system – despite it being publicly referred to as a flagship by the Italian authorities – has always been wholly inadequate to respond to the growing presence of asylum seekers in Italy. Suffice it to mention that only three years ago the SPRAR system consisted of only 3.000 places accross the whole of Italy
In 2012 and 2013 the SPRAR system has constantly grown with ad hoc, temporary expansions, bringing the system's capacity to around 9.500 places at the end of 2013. 
But it is only with the Ministerial decree of the 29th of January 2014 – which will be valid for the period 2014-2016 – that the SPRAR system eventually reached a structural capacity of 13.020 places plus 6.500 additional places

Despite being a very good result, this is far from sufficient to cover all the existing needs, especially if we consider that the turnover rate within the SPRAR structures is not particularly high. This means that the SPRAR will not be the Italian reception system but will only come to constitute a bigger part of the system, as compared to previous years
Overcrowded, isolated and extemporaneous measures will continue to be resorted to by the Italian authorities to host some asylum seekers. The percentage of the “lucky ones” who will find a place in the enlarged SPRAR system, compared with the “unlucky ones” who will not find a place in a SPRAR project, will largely depend on the influxes of asylum seekers over the next years and on the turnover rate within the SPRAR. 

Furthermore, we see the risk that this expansion – although welcome! – could lower the average standards of the services of the SPRAR system, given that many NGOs that will run, in collaboration with the municipalities, the newly-approved projects lack the necessary expertise in this field.


Our interview with Daniela Di Capua -  Director of the Servizio Centrale of the SPRAR

How did we get to this point? What are the main risks of this expansion and what has been and will be done in order to prevent them from occurring? What is the future of the Italian reception system
These are the questions we asked to the Director of the Servizio Centrale of the SPRAR system, Daniela Di Capua. You can find a translation of her answers below.

martedì 4 marzo 2014

"Lo SPRAR al centro". Intervista a Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale dello SPRAR

Il 29 gennaio 2014 è stata approvata la graduatoria per il bando SPRAR, relativa alle domande di contributo da parte degli Enti Locali che prestano servizi per l'accoglienza di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria. La graduatoria, valida per il triennio 2014-2016, ha approvato un numero elevato di progetti SPRAR (456) per un totale di 13.020 posti. Altri 6.500 posti circa sono invece attivabili, su richiesta del Ministero dell'interno, in caso di necessità. 
Per la prima volta dunque, dopo anni di palese sottodimensionamento e occasionali "ampliamenti", la rete dei progetti SPRAR raggiunge strutturalmente un'ampiezza più adeguata (per quanto non ancora sufficiente) alla realtà delle presenze e degli arrivi di richiedenti asilo in Italia. 

Come si è arrivati a questo risultato? 
Quali sono i rischi collegati a questo ampliamento?
Verso quale direzione sta andando il sistema di accoglienza italiano?

A queste domande abbiamo cercato di dare una risposta intervistando Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Troverete le sue risposte, su questo e altro, nelle prossime righe.

Buona lettura!





lunedì 3 marzo 2014

Corte di Giustizia UE: accoglienza per i richiedenti asilo sotto forma di sussidio economico: quando, quanto e chi deve fornirlo? Sentenza Saciri (C-79/13)

Oggi ci occupiamo di una nuova sentenza della Corte di Giustizia UE molto interessante ai nostri fini. Stiamo parlando della sentenza Saciri (C-79/13), pubblicata il 27 febbraio ed avente ad oggetto l'interpretazione della Direttiva Accoglienza, più precisamente dell'art. 13 par. 5 della Direttiva 2003/109/CE (che sarà abrogato dalla nuova Direttiva Accoglienza – Direttiva 2013/33/UE – a partire dal 21 luglio 2015. Si veda sotto per un breve commento su questo punto). 

La sentenza è importante perché interviene a chiarire un concetto chiave in materia di accoglienza dei richiedenti asilo, cioè se gli Stati, qualora decidano di fornire tale accoglienza in denaro anziché in natura (ad esempio perché i posti disponibili all'interno dei centri di accoglienza sono esauriti), debbano garantire che tale contributo sia fornito sin dal momento della presentazione della domanda di protezione internazionale e quale debba essere l'importo del contributo.



Foto: gentile concessione di Alberto Campi
Per informazioni visitate il suo blog