mercoledì 24 luglio 2013

Dublin Guide. Il Regolamento Dublino III articolo per articolo.



Il 29 giugno scorso sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea gli atti legislativi mancanti per completare la “revisione” di tutte le principali norme del Sistema europeo comune di asilo.

In particolare, sono stati pubblicati: 


- il nuovo Regolamento Dublino, c.d. Regolamento Dublino III (Regolamento UE n° 604/2013)

- il nuovo Regolamento Eurodac (Regolamento UE n° 603/2013)
- la nuova Direttiva Accoglienza (Direttiva 2013/33/UE)
- la nuova Direttiva Procedure (Direttiva 2013/32/UE)

Come è ovvio, dedicheremo nelle prossime settimane (e nei prossimi mesi dopo la pausa estiva) ampio spazio a queste novità.


Nei mesi scorsi, avevamo già analizzato le principali novità apportate dalla nuova Direttiva Qualifiche (Direttiva 2011/95/UE), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 20 dicembre 2011.


Ricordiamo poi che completano il Sistema europeo comune di asilo anche

- il Regolamento EASO (Regolamento UE n° 439/2010), che istituisce l'Ufficio europeo di sostegno agli Stati membri in materia di asilo 
- la Direttiva 2011/51/UE, che estende ai titolari di protezione internazionale la possibilità di accedere allo status di soggiornante di lungo periodo
- la Decisione 573/2007/CE che istituisce il Fondo europeo per i rifugiati, recentemente modificata dalla Decisione 281/2012/UE che istituisce il Programma comune di reinsediamento UE. Tale Fondo è peraltro destinato ad essere sostituito, a partire dal 2014, all'interno della riorganizzazione dei Fondi europei nel settore Affari interni.

Oggi cominciamo la nostra analisi delle nuove regole pubblicando una guida al Regolamento Dublino III dove analizziamo questo importantissimo strumento articolo per articolo, facendo riferimento sia alle differenze con il Regolamento Dublino II sia alle sentenze più importanti della Corte di Giustizia dell'Unione europea in materia. 


Tutto questo non senza aver prima ricordato che: 


  • i Regolamenti, al contrario delle Direttive, non necessitano di recepimento nel diritto interno e sono obbligatori in tutti i loro elementi e direttamente applicabili in ciascuno degli Stati membri;
  • il Regolamento Dublino III, approvato dal Consiglio dell'UE e dal Parlamento europeo secondo la procedura legislativa ordinaria (maggioranza qualificata in seno al Consiglio e ruolo di co-legislatore da parte del Parlamento europeo, che invece era escluso dal processo di adozione di Dublino II), è entrato in vigore il 19 luglio 2013 ma si applicherà solo a partire dal 1° gennaio 2014. Fino a quella data, si continuerà ad applicare il Regolamento Dublino II;
  • strettamente collegato al Regolamento Dublino è il Regolamento Eurodac, che permette agli Stati di comparare – tra le altre cose – le impronte digitali dei richiedenti asilo. Tale regolamento si applicherà solo a partire dal 20 luglio 2015;
  • l'ambito di applicazione del Regolamento Dublino va oltre l'Unione Europea, in quanto ne sono vincolati, oltre ai 28 Stati UE, anche Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein, in forza di accordi di associazione.


Buona lettura e grazie come sempre a chi ci farà pervenire commenti e segnalazioni di errori.



martedì 16 luglio 2013

Accesso negato al testo del Piano di Supporto EASO-Italia



Il 4 giugno scorso venivamo informati da un comunicato stampa dell'EASO (l'Agenzia dell'UE che fornisce sostegno agli Stati membri in materia di asilo, V. qui) della sottoscrizione - da parte del direttore esecutivo della stessa Agenzia, Dr. Robert K. Visser, e del prefetto Angela Pria, capo dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione - di un “Piano di supporto speciale” all'Italia.

Tale Piano, come apprendevamo dallo stesso comunicato, era stato richiesto dall'Italia nel dicembre 2012per rafforzare i livelli qualitativi del sistema nazionale di asilo e di accoglienza”, anche in vista dell'entrata in vigore delle nuove regole del Sistema europeo comune di asilo.
Non deve trattarsi di un sostegno di piccole dimensioni, considerato che – come si legge nel comunicato - “EASO metterà in campo 42 attività di supporto tecnico-operativo (sessioni formative, workshops tematici, linee guida operative, ecc.) per la concreta attuazione degli strumenti del Sistema Comune Europeo di Asilo”. Inoltre, il supporto durerà fino alla fine del 2014.

Vista l'importanza e il possibile impatto sul sistema di asilo italiano, anche al fine di condividere i contenuti del testo con chi legge il nostro blog e con le altre realtà della società civile, abbiamo chiesto all'EASO di poter ricevere una copia del Piano

Con grande rammarico, dobbiamo comunicare che tale possibilità ci è stata negata. 
Nella sua – molto cordiale – lettera di risposta, infatti, il direttore esecutivo dell'EASO ci ha detto che il Piano di supporto all'Italia potrà essere reso noto solo una volta che le sue attività saranno state portate a termine. Cioè alla fine del 2014. Pubblicare prima il contenuto del Piano potrebbe infatti pregiudicare gravemente il processo decisionale dell'EASO. Tale decisione è stata presa dopo aver consultato le autorità italiane. 

Riteniamo che questa risposta – di cui abbiamo peraltro molto apprezzato toni e celerità – sia francamente poco accettabile
A maggior ragione, in un momento come questo. In cui, da un lato, come emerge anche dai recenti fatti di cronaca, è sempre più forte la necessità di trasparenza della pubblica amministrazione soprattutto quando si tratta di diritti umani fondamentali1
E in cui, dall'altro lato, certo non mancano i dossier “caldi” e delicati che le autorità italiane dovranno gestire di qui alla fine del 2014. Su tutti, il rapporto con la Libia, ma anche la situazione ai porti dell'Adriatico e in generale il tema dell'accesso alla procedura di asilo. Senza dimenticare poi, nel contesto del recepimento delle nuove Direttive europee, il futuro del sistema di accoglienza italiano e il necessario miglioramento della qualità delle decisioni prese in merito alle domande di protezione internazionale, sia in prima che in seconda istanza. 

Considerata l'importanza dei temi di cui stiamo parlando e considerato che l'EASO analizzerà dati e produrrà linee guida, organizzerà workshops tematici e incontri di formazione, sarebbe a nostro parere auspicabile che le tante organizzazioni della società civile che in Italia si occupano di diritto di asilo, fossero non solo informate del contenuto (e dei costi) del Piano di supporto prima della fine del 2014, ma potessero anche essere coinvolte, con un ruolo da protagoniste, in queste attività. 


Tale necessità peraltro si trova esplicitata addirittura nell'art. 1 del Trattato sull'Unione Europea, che recita: “Il presente trattato segna una nuova tappa nel processo di creazione di un'unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa, in cui le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini.”

venerdì 12 luglio 2013

Asilo negli Stati europei. BELGIO - Parte 6. Contenuto della protezione internazionale

Eccoci giunti all'ultima puntata della nostra scheda sul funzionamento del sistema di asilo belga. Una scheda davvero ricca di informazioni e dati, molto dettagliata, che siamo certi abbia incontrato il vostro interesse. 
Oggi ci occupiamo del contenuto della protezione internazionale, cioè di quello che prevede la normativa belga nei confronti delle persone che ottengono protezione in quel Paese: durata del titolo di soggiorno, rilascio del documento di viaggio, percorsi di integrazione, stipendi minimi sociali,...
La parte finale del post è dedicata invece a chi, non avendo ottenuto alcuna protezione, perde il diritto al soggiorno e, dunque, alle forme di rimpatrio volontario o forzato previste dalla normativa belga.

Come sempre, ricordandovi che tutte le schede relative ai sistemi di asilo da noi analizzati (per ora Francia, Irlanda, Malta e Belgio) si possono trovare alla pagina Asilo negli Stati europei, vi auguriamo una buona lettura e attendiamo vostri commenti o suggerimenti.


mercoledì 10 luglio 2013

Non applicabilità della Direttiva Rimpatri ai richiedenti asilo - Sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa Arslan (C-534/11)

La Corte di Giustizia dell'UE (Terza Sezione) ha emesso, lo scorso 30 maggio, una sentenza rilevante ai nostri fini, di cui ci occupiamo oggi non avendo potuto farlo prima. 
La causa era la C-534/11 (Arslan), avente ad oggetto una domanda di pronuncia pregiudiziale sottoposta alla Corte da un giudice della Repubblica ceca e riguardante l'interpretazione della Direttiva 2008/115/CE (c.d. Direttiva Rimpatri).

In particolare, il giudice nazionale chiedeva ai giudici di Lussemburgo: 
1) se, in base all'art 2 par. 1, la Direttiva Rimpatri fosse applicabile o meno ai richiedenti asilo  e 
2) se, in caso di risposta negativa alla prima domanda, il trattenimento dello straniero ai fini del rimpatrio dovesse cessare nel momento in cui questi presentasse domanda di protezione internazionale e non sussistessero altre ragioni per continuare il trattenimento.

Vediamo di seguito le risposte della Corte, ricordando come sempre che le pronunce pregiudiziali dei giudici di Lussemburgo vincolano non solo il giudice nazionale che le ha richieste (c.d. "giudice del rinvio") ma tutti i giudici che dovranno applicare il diritto dell'Unione europea in circostanze simili.




giovedì 4 luglio 2013

Lotteria dell'asilo - Un contributo dal progetto SPRAR di Ravenna

Nelle scorse settimane avevamo avviato (con questo post) una nuova iniziativa, intitolata "Asylum Lottery", dedicata agli abbandoni dell'Italia da parte di richiedenti e titolari di protezione.
L'iniziativa è tesa a contribuire pubblicamente ad una riflessione già in corso tra gli operatori del settore su un fenomeno in deciso aumento e che, recentemente, è stato causa di polemiche con altri Paesi e di conseguenza oggetto di interesse anche da parte di media nazionali ed esteri. Si veda, solo a titolo di esempio, due articoli qui (IT) e qui (EN).

Peraltro, ed è forse questo l'aspetto più indicativo delle dimensioni che sta assumendo il fenomeno, ad abbandonare l'Italia non sono più solo persone del tutto prive di accoglienza - o comunque inserite in percorsi più o meno improvvisati - ma anche, sempre più, beneficiari di progetti SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). E se certo questo non significa mettere in dubbio la bontà dell'impostazione alla base dello SPRAR, né l'elevata professionalità di chi vi lavora con capacità e passione, tuttavia non è possibile ignorare questo dato di fatto. Anzi, è proprio l'elevato grado di sensibilità e attenzione delle persone che lavorano in diversi progetti SPRAR con cui siamo in contatto che ci ha convinto della necessità di trovare uno spazio dove collocare queste riflessioni ed esperienze.

Come si può leggere nel post che presenta questa iniziativa (e al quale ovviamente rimandiamo), l'obiettivo che ci poniamo è quello di raccogliere alcune di queste esperienze dall'Italia e sottoporle a operatori di altri Paesi, per ricevere riscontri e avviare una riflessione di respiro europeo

Una riflessione che, ovviamente, terrà conto sia delle regole esistenti (e piuttosto rigide in materia di circolazione, nonostante la Direttiva 2011/51/UE sull'estensione anche ai beneficiari di protezione internazionale dello status di soggiornante di lungo periodo dopo 5 anni) sia dell'attuale situazione di grave crisi economica che stanno attraversando l'Italia e altri Paesi europei e delle diverse prospettive (economiche, sociali,..) che ci si trova di fronte a seconda dello Stato in cui ci si trova.

Oggi pubblichiamo il secondo contributo che abbiamo ricevuto. Dopo gli operatori dello SPRAR di Bologna, infatti, anche da Ravenna ci hanno inviato una riflessione molto interessante sul tema dell'abbandono. La condividiamo con piacere, ringraziando molto gli autori e chi vi ha contribuito
Ribadiamo che l'invito a partecipare con una propria esperienza è aperto a tutti (non solo operatori SPRAR) e vi auguriamo buona lettura!




martedì 2 luglio 2013

Quarta relazione annuale della Commissione europea sull'immigrazione e l'asilo nell'UE

credit: Alberto Campi

Il 17 giugno la Commissione europea ha pubblicato il suo rapporto annuale sull'immigrazione e l'asilo nell'UE
Si tratta del 4° rapporto di questo tipo, da quando il Consiglio europeo (nel 2008), all'interno del Patto europeo sull'immigrazione e asilo, ha invitato la Commissione a presentare ogni anno una relazione in materia, fondata in particolare sui contributi degli Stati membri e corredata eventualmente di proposte di raccomandazioni.

Peraltro, dall'anno scorso, la relazione della Commissione è affiancata – per quanto limitatamente al campo dell'asilo – dalla relazione annuale dell'EASO (Ufficio europeo di sostegno per l'asilo). L'Agenzia dell'UE competente in materia di asilo ha infatti proprio tra i suoi compiti istituzionali quello di relazionare annualmente sullo stato dell'asilo nell'Unione europea (art. 12 Regolamento EASO) e ci si potrebbe dunque anche interrogare sulla necessità di avere ben due rapporti annuali “sull'asilo” nell'UE, di carattere essenzialmente descrittivo, che peraltro si intrecciano con le relazioni annuali e quadrimestrali di Frontex ed Eurostat, finendo così per ripetere in diversi punti dati già noti.  

Ad ogni modo, il rapporto 2013 della Commissione – accompagnato da un articolato documento di lavoro dello staff – consiste in un breve elenco di alcuni dati, seguito da tre capitoli, dedicati rispettivamente all'immigrazione, all'asilo e alla risposta dell'UE alla pressione migratoria